Documentario sulla vita e i luoghi di Antonio Ligabue
La storia di questo documentario inizia dalla nostra collaborazione con il regista e attore teatrale Mario Perrotta, che ha dato vita a un progetto artistico incentrato interamente sulla figura di Antonio Ligabue: i due spettacoli teatrali Un bès e Pitùr, e un grande evento finale intitolato Toni sul Po e realizzato tra Gualtieri e Guastalla, le città in cui il pittore ha trascorso la maggior parte della sua esistenza.
Dopo un trailer di presentazione dell’intero Progetto Ligabue, Terra ha realizzato alcuni contenuti video per gli stessi spettacoli teatrali. Infine Mario Perrotta ci ha proposto l’idea di un documentario sull’artista della durata di un’ora, lasciandoci ampia libertà di manovra sulle scelte narrative, i temi da trattare e il taglio registico.
Abbiamo voluto concentrare la nostra indagine sui luoghi che ancora oggi conservano memoria della presenza di Antonio Ligabue, lasciando che fossero le piene del grande Po, i venti umidi e muschiati che si infilano tra i severi e geometrici colonnati di Piazza Bentivoglio e i tremanti graffiti che solcano gli intonaci dell’ex manicomio di San Lazzaro come grida pietrificate a raccontare di lui, incarnati nelle voci e nei corpi di chi lo ha conosciuto davvero: il professor Negri, Piergino Chittolini, Nando Barbieri e Orazio Simonazzi.
Per farlo, abbiamo costruito un’architettura narrativa composta da un contenitore – l’affascinante e indescrivibile teatro al contrario di Gualtieri, dove Ligabue assisteva solitario alle pellicole western – in cui si muovono Mario Perrotta e Luca Torelli evocando brandelli di vita del pittore e chiamando metaforicamente in scena i luoghi cardine delle sue frequentazioni variopinte e delle sue disperatissime solitudini; e dai diversi contenuti che danno vita al documentario: i racconti umani, sanguigni, a volte toccanti, a volte ironici o drammatici, di chi ha condiviso porzioni significative di vita vera insieme a lui. Per quanto possibile abbiamo voluto che questi racconti avvenissero fisicamente nei luoghi narrati: la golena, enigmatica, meravigliosa e oscura, il Carri, punto di partenza e arrivo dell’intera epopea di Ligabue a Gualtieri, e poi la galleria Negri di Guastalla che fu il suo studio per qualche anno, le piazze, le case e le vie dove ancora qualche abitante di Gualtieri giura di sentire riecheggiare il rombo asmatico e singhiozzante delle motociclette cavalcate – quadro sulle spalle e poca benzina nel motore – dal Toni.
Credits
Soggetto e sceneggiatura: Diego Fontana
Regia e montaggio: Andrea Calderone
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