Assocarni ci ha commissionato una pagina stampa nazionale per un tema delicato, che si sta dibattendo in Europa proprio in questi giorni: i prodotti industriali vegani possono appropriarsi oppure no delle denominazioni tradizionali dei prodotti a base di carne? In altre parole: se sono vegani, possono chiamarsi hamburger, salsiccia, salame? O queste etichette sono fuorvianti per i consumatori, come sostiene un’indagine a riguardo?
Del resto il precedente è chiaro: da anni è illegale chiamare latte la bevanda prodotta dalla fermentazione della soia. Pur essendo bianca e liquida, non possiede principi nutritivi confrontabili con quelli del latte, ed è dunque illegale denominarla con il termine latte di soia.
Il problema: un po’ di contesto
Mentre il Parlamento Europeo sembra sul punto di pronunciarsi, in alcuni Paesi come la Francia, alcune di queste denominazioni sono già state dichiarate illegali dal 2018. La pagina stampa che ci è stata commissionata doveva portare attenzione a questo tema in Italia e stimolare una riflessione, senza paura di prestare il fianco a critiche e commenti con opinioni contrastanti.
La pagina stampa nazionale per Assocarni: headline e bodycopy
È nata così l’idea di una pagina molto incentrata sul copy, che mostrasse un confronto tra due prodotti. Sul primo, a base di manzo, appare il copy: Nessuno chiamerebbe questo: Insalata di manzo. Sul secondo, a base di verdure: Allora perché chiamiamo questo: Hamburger vegano?
Il testo in bodycopy recita invece:
Un hamburger vegano non è un hamburger.
I nomi sono importanti. Forniscono indicazioni sul contenuto di un alimento, aiutano i consumatori a scegliere con consapevolezza e li tutelano da imitazioni. Per questo un prodotto non può chiamarsi come un altro. Per esempio: una bevanda a base di soia non può chiamarsi latte. Chiamare hamburger, bistecca, salame prodotti che non contengono carne può trarre in inganno i consumatori e confonderli sui valori nutrizionali. Tutelare le denominazioni tradizionali degli alimenti a base di carne significa riconoscerne l’importanza culturale e la tipicità. Per non cancellare il lavoro di milioni di agricoltori e non appiattire i gusti della popolazione con prodotti di sintesi e ultra-trasformati. Alimentiamo certezze, non dubbi.
La pagina stampa nazionale è stata pianificata su La Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa, Il Messaggero ed è stata inclusa in numerosi articoli (earned media) in testate come: il Post, il Fatto Quotidiano, Youmark e European Food Agency News.
Credits
Autore: Diego Fontana.